“MANTIS” (Watson Edizioni 2017) è il titolo dell’ultimo giallo-horror a sfondo erotico, ambientato in Sardegna, scritto da Donato Altomare.
Donato, lo conosciamo per i suoi successi nell’ambito della narrativa fantastica e per essere presidente della World Science Fiction Italia. Ma un ambito che si conosce meno è la sua appartenenza al gruppo culturale de “La Vallisa” di Bari, prestigioso cenacolo che accomuna docenti, scrittori, saggisti, poeti, artisti che realizzano l’omonima rivista di letteratura “La Vallisa”, la più longeva in Italia che opera da ben trentacinque anni, della quale il Nostro è, sin dalla fondazione, redattore.
E proprio nell’ambito dei lunedì letterari organizzati dal sodalizio barese si tenuta ieri, presso la libreria Roma del capoluogo pugliese, la presentazione di “MANTIS“.
A condurre i lavori della serata, molto partecipata, è stato Daniele Giancane, noto intellettuale, docente dell’Università di Bari e direttore della sopracitata rivista. Il prof. Giancane ha evidenziato come Donato Altomare, ha oramai una vasta produzione letteraria, molto apprezzata in Italia e anche all’estero, ed è un importante scrittore non solo di fantascienza ma anche di horror e di fantasy. Infatti, in “MANTIS“, con una prosa fluida e accattivante riesce a trovare il giusto equilibrio tra i linguaggi dei vari generi narrativi adoperati, si legge d’un fiato è agile, godibile e tiene sulla corda il lettore. “E ancora, il libro- ha aggiunto Giancane – può anche essere letto come romanzo erotico, che si dipana in una trama poliziesca”.
Nel prendere la parola l’autore di Molfetta (Bari), con il suo consueto spirito, ha fatto presente come egli si consideri “un narratore che per vivere svolge la professione di ingegnere”. Relativamente al romanzo, Altomare ha raccontato come l’idea del testo sia nata dalla visione di un documentario naturalistico televisivo che trattava la mantide religiosa. Insetto vorace predatore, la mantide è nota per il suo aspetto poiché le zampe anteriori raptatorie sono tenute sollevate e unite come mani in preghiera. Il nome scientifico è Mantis religiosa L. (da cui “MANTIS“, titolo del romanzo), la femmina divora l’esemplare maschio durante o dopo l’accoppiamento. Da qui è partito dapprima un racconto di circa venti cartelle che poi l’autore ha ampliato utilizzando i vari generi che gli sono congeniali, proprio come affermato da Giancane al quale il narratore molfettese ha riconosciuto il merito di aver notato per primo il suo eclettismo nel linguaggio, sin dal 1989, ossia da quando si conobbero e iniziarono a collaborare. Riguardo l’erotismo, insito nella trama, ha rilevato che fa parte della vita e qualunque racconto deve avere riferimenti certi che lo legano alla vita vissuta. Altri punti della relazione di Donato hanno riguardato le storie che si svolgono in Italia, con i nomi dei protagonisti italiani, e la necessità di ricerche e precisione sugli argomenti che si trattano nelle trame.
Molto denso è stato il dibattito che ne è scaturito. Il saggista Enrico Bagnato ha evidenziato la capacità di Altomare di mettere insieme vari racconti nella trama di un romanzo, la poetessa e scrittrice Loredana Pietrafesa ha posto l’accento sull’importanza di un buon lavoro di editing per la riuscita di un qualsiasi testo, il poeta Renato Greco ha parlato di estrema perizia nelle trame dell’autore molfettese mentre il latinista Rocco Dicillo ne ha evidenziato la chiarezza lessicale. Per Maria D’Agostino, presidente dell’”Associazione Matera Poesia 1995″, è il ritmo narrativo che colpisce, oltre alla capacità di argomentare con un linguaggio che in più sa essere lirico (infatti Donato è anche autore di sillogi poetiche). Infine, per la poetessa Angela Giannelli “egli nella scrittura fa entrare appieno il lettore nelle storie che narra”. A tal proposito in chiusura l’autore ha sottolineato come il suo intento sia di trascinare il lettore in storie che coinvolgano dal punto di vista della passione ma al contempo riescano divertire, “ed è proprio questo – ha concluso- ciò che ho voluto fare scrivendo la presente ennesima storia”.
Filippo Radogna