“Ho conosciuto Ernesto ‘73. Mi colpì la sua intelligenza e la sua cultura. Sapeva parlare di storia, matematica, filosofia, letteratura…fu anche il mio maestro di bridge”. Stefania Mainelli, signora distinta e riservata ricorda il compagno della sua vita: Ernesto Vegetti. Lo sposò giovanissima, accompagnandosi a lui in un lungo percorso, sino a quel 17 gennaio 2010 quando, purtroppo, prematuramente Ernesto scomparve.
Recentemente, per qualche tempo, Stefania ha ricoperto l’incarico di segretaria della World science fiction Italia, della quale Ernesto, figura storica della fantascienza italiana, fu a lungo presidente.
Era la sua grande passione. Si era avvicinato alla fantascienza da bambino quando, nascosto dietro il bancone dell’edicola di un parente aveva iniziato a leggere dapprima i fumetti western per giungere, anni dopo, ai gialli e alle avventure contenute negli Urania Mondadori.
Con Stefania parliamo di Ernesto, del suo lavoro nella fantascienza, ma anche di com’era nella vita privata; da un lato per ricordarne la figura a chi lo ha avuto come amico e dall’altro a chi non lo ha conosciuto ma (come il sottoscritto) ne ha letto e sentito ampiamente parlare.
“Ernesto –ci dice- terminò gli studi con il diploma delle superiori in quanto, per motivi familiari, non poté più proseguire. Ma questo non lo fermò nell’approfondimento della conoscenza. Così oltre a impegnarsi nel lavoro continuò a studiare per conto suo, mai appagato. Era anche un appassionato di lingue straniere. In casa abbiamo vocabolari di tutte le lingue. Sono memorabili i nostri arrivi alle frontiere quando si metteva a parlare nella lingua locale e il doganiere gentilmente rispondeva in italiano, cosa che lo irritava”.
Bibliografo, saggista, animatore culturale e organizzatore di importanti convention nazionali e internazionali, Ernesto rimane nella storia della fantascienza soprattutto come ideatore dell’insuperato ‘Catalogo Vegetti’ (cui hanno collaborato Pino Cottogni ed Ermes Bertoni), titanico lavoro di ricerca che raggruppa le notizie e le bibliografie degli autori e di quello che è stato scritto nell’ambito della science fiction, del fantasy e dell’horror.
Uno strumento essenziale per studiosi, saggisti, giornalisti di settore e non, ma anche solo per appassionati.
“Quando l’ho conosciuto –aggiunge- aveva già iniziato a scrivere il suo Catalogo. Me ne parlava e gli si illuminavano gli occhi. Allora lo aggiornava su quaderni ad anelli e non usciva mai senza dei foglietti su cui prendere appunti quando giravamo per librerie. Io, pur essendo una buona lettrice, non mi ero mai avvicinata alla fantascienza, da buona figlia di commercianti ero portata per le cose pratiche”. E sull’argomento rammenta, con piacere, come il primo romanzo di sf che Ernesto le consigliò di leggere fu ‘Cristalli Sognanti’, di Theodore Sturgeon.
“Il suo mondo -riprende- era il suo studio, locale nel quale, negli anni, occorreva aggirarsi con cautela a causa di pericolanti torri di libri che lui sapeva però sempre individuare. L’istituzione del Premio Italia, le discussioni con le giurie, l’assegnazione dei premi e gli aggiornamenti del catalogo lo tenevano lì segregato giorno e notte, ma era felice. Negli anni- continua- il suo Catalogo crebbe e il numero dei libri aumentò. Ci chiedevamo dove sarebbero arrivate le torri ma lui, già negli Anni ‘80, immaginava di eseguire le scansioni dei libri, fotografarne le copertine, raccoglierli sul suo computer… praticamente farne degli ebook“.
Negli ultimi tempi aveva preso contatti con un gruppo di studiosi americani di fantascienza per far conoscere il Catalogo anche negli Stati Uniti. Aveva anche trovato altri collaboratori che avrebbero portato avanti l’enorme lavoro.
“Mi spiace che non abbia fatto in tempo a realizzare il suo sogno. Ci trovavamo sovente con appassionati del genere, davanti a lauti pranzi si parlava di fantascienza, di scrittori, si commentavano le ultime uscite di libri.
Ancora oggi mi ritrovo con questi amici: Adalberto e Luigina, Alessandro e Marinella, Franco e Anna, persone meravigliose che mi sono sempre state vicine”.
Ma com’era in famiglia? “E’ stato un buon padre. Da nostro figlio Matteo pretendeva molto. Lo avviava a nuove conoscenze, lo stimolava nell’esercizio della mente, assieme inventavano nuovi giochi e soprattutto non voleva che Matteo vincesse senza averne merito: di questo ora gli sono grata. E’ stato anche un buon marito, affettuoso e paziente, ma la sua totale incapacità nello svolgere qualsiasi lavoro manuale in casa provocava non poche discussioni, le sue disavventure con piccoli lavori di bricolage potrebbero essere raccontate in un libro di comiche”.
Chiudiamo la conversazione con il ‘Premio Vegetti’ a lui dedicato, che si avvia all’VIII edizione, e che premia opere di fantascienza nelle categorie romanzi, saggi e antologie. Va segnalato che l’ideatore di questo Premio è stato lo stesso Ernesto. Doveva chiamarsi ‘Premio Sidera’, ma dopo la sua scomparsa la World Sf Italia lo ha istituito e lo ha intitolato a lui chiedendo al figlio Matteo di presiederlo.
“Ho accolto- conclude Stefania- con piacere l’istituzione del ‘Premio Vegetti’ e sarò sempre grata a Donato Altomare e alla Worldsf Italia. Non tutti i partecipanti hanno avuto la fortuna di conoscere Ernesto, ma questo Premio terrà vivo il suo ricordo e sarà, spero, una promozione per la fantascienza”.
Un doveroso ringraziamento va a Stefania Mainelli per questa preziosa testimonianza personale che ci fornisce ulteriori elementi e informazioni per conoscere meglio Ernesto Vegetti, uomo di grande intelligenza che con passione e impegno ha contribuito a far crescere e divulgare la fantascienza. Se siamo qui, a discutere di questo affascinante genere letterario (consci che c’è ancora tanto da fare) lo dobbiamo anche a lui.
Filippo Radogna