Ogni anno a Denver (Colorado) si tiene la Genghis Con, una importante convention dedicata ai giochi di ruolo (GdR) che riunisce più di 11.000 appassionati da tutti gli States. Si tratta di giochi dove i partecipanti assumono il ruolo di uno o più personaggi e come tutti sappiamo, gli USA sono il luogo di nascita dei giochi di ruolo tabletop (da tavolo) ed il loro “modo di giocare” ha dettato le regole per il resto del mondo.
Dagli Stati Uniti il GdR si è diffuso nel resto del mondo e ogni cultura ha adottato lo stile di gioco americano eventualmente modificandolo al proprio gusto, così come i diversi autori nel mondo hanno avuto l’occasione di imprimere una diversa “impronta” ai GdR creati in qualsiasi parte del globo.
Da qualche anno, la curiosità portato gli statunitensi a invitare ospiti internazionali alle loro convention di gdr proprio per “confrontarsi” con i differenti stili di gioco nel mondo e per questo motivo sono stato invitato per il secondo anno consecutivo alla manifestazione (giunta alla sua 42esima edizione) come autore italiano per mostrare come si gioca (soprattutto di ruolo) nel nostro paese.
I partecipanti ai miei giochi si sono cimentati in diverse avventure one-shot create appositamente per la convention, ognuna delle quali presentava un pizzico della creatività italiana di cui andiamo tutti fieri.
Per esempio, nell’avventura “Ritorno a Monkey Island” il più importante combattimento avveniva a suon di insulti anzichè tirando dadi mentre nell’avventura “La Donazione di Costantino” i giocatori erano invitati a scoprire indizi nascosti nelle pagine in latino di manoscritti rinascimentali che venivano fornite loro.
Alla Genghis Con lo stile di gioco che andava per la maggiore era quello che prevedeva l’utilizzo di numerose miniature e rappresentazioni “fisiche” delle scene di gioco, in modo da creare un’esperienza multisensoriale molto vivida. Davvero uno spettacolo!
E’ stato molto apprezzato lo “stile di gioco Italiano” che (come è emerso dal Congresso degli Autori Italiani tenutosi a Lucca nel Novembre 2018) si differenzia soprattutto per il fatto dare rilevanza, in gioco, alle motivazioni ed alla personalità dei personaggi giocanti, per il fatto di dare peso alla descrizione delle azioni in gioco e infine per il fatto di infondere un pizzico di “imprevedibile creatività” nelle avventure.
I convegnisti sono poi impazziti per uno dei nostri giochi tradizionali: la Scopa. Dopo che ho fatto giocare poche mani di prova, si sentivano ovunque urla in italiano maccheronico seguite dal rumore delle carte sbattute con violenza sul tavolo. Regola numero 1: “The harder the card falls, the cooler” (Più forte sbatti la carta, meglio è).
Infine, la piacevolissima constatatazione che anche negli USA si gioca con alcune eccellenze tabletop made in Italy come Deckscape o Bang!
Nel corso della convention, la percezione più gradevole è stata la serenità, la gioia e la tranquillità nella quale le giocate hanno avuto luogo. Ambienti ampi, accoglienti, silenziosi ma soprattutto giocatori entusiasti e propositivi.
Al netto di tutto, la Genghis Con è stata un grande momento di aggregazione, di sano divertimento e di miglioramento territoriale, poichè diffondere la mentalità e la cultura ludica si traduce sempre in un arricchimento culturale.
Da non perdere la prossima edizione. Per maggiori informazioni cliccare qui.
Gilbert Gallo