Non è agevole, per un lettore tradizionale come me, ritrovarsi in un libro come “Gloriosi bastardi“(*), tuffarsi, senza particolare preparazione, in uno scenario oscuro, connotato da un persistente senso di paura e orrore, nel quale si incrociano spade e stregoneria e che si presenta tinto di dark e di comic, fantasy romanticizzato e distopia, ma poi qualcosa viene in aiuto e personaggi strani cominciano a diventare familiari. Un uomo-tasso ti fa trepidare per i pericoli che corre e l’antieroe che rappresenta, una fanciulla bellissima ti conquista e ti fa desiderare di conoscere il seguito delle sue avventure, un cavaliere ti intriga interpretando una sua particolare partita a scacchi.
Il libro è un puzzle, nel quale la storia si disvela lentamente e il lettore attento immagina un collegamento tra i tasselli via via inseriti nella parete est del pannello e quelli della parte ovest o sud e, proseguendo la lettura, trova conferma della sua intuizione nei capitoli finali, quando l’immagine viene scoperta integralmente. “Gloriosi bastardi” è una visione vivida, i cui tentacoli si spingono al di là dei limiti dell’universo e della vita; è una storia appetibile, scritta da penne che, sin dalle prime battute sanno dare forma concreta ai personaggi e ai paesaggi che essi attraversano; è un viaggio da incubo, attraverso le peggiori paure, vissuto da protagonisti che scivolano impunemente in esse; è la rappresentazione di uno scenario onirico, sapientemente costruito da grandi capacità di immaginare e spaziare tra forme, colori e odori ignoti. Può considerarsi una raffigurazione del futuro o una spiegazione filosofica dei mondi, chiusi in una statua come in una nave in bottiglia, una storia narrata con un linguaggio a volte aspro, ma adeguato alle immagini e ai contenuti che esprime.
Il libro è paragonabile a un videogioco, nel quale il giocatore può piacevolmente interagire e la sua trama potrebbe divenirne la base, adattandosi a una grafica sofisticata e a un prodotto di successo. Ha un ritmo incalzante, nel quale gli avvenimenti si sovrappongono senza tirare il fiato.
Buona lettura e fatemi sapere se anche per voi, come per me, la preferita sarà Gormlada di Valmoria e se lo stile narrativo Show don’t tell consentirà di vedere schiudersi davanti a voi la scena, attraverso l’azione, più di quanto spiegazione e dialoghi potrebbero fare.
(*) “Gloriosi Bastardi” di Sergio Mastrillo, Riccardo Vezza e Salvatore Vita edizioni Delos Store.