Cinque elementi per amare la fantascienza?
1) la fs è aria, quella che respiriamo per vivere, che ci consente di parlare e udire, e di farci sentire all’osteria quando il bailamme è eccessivo. O di completare una vita mercé l’ausilio di Zefiro. Lei la respirava. E’ nuvola o vento, nebbia o bruma, il giorno più breve d’inverno che cade in febbraio, il purificatore che scioglie ogni attesa e cala la falce.
2) la fs è terra, che lei calpestava come tutti noi, e che ci sorregge e ci fa correre in avanti (a volte anche indietro), quella che – a ogni nostro viaggio chissà dove – noi ci chinavamo a osservare e sbriciolare fra le dita per controllare quale materialità avesse e quale consistenza, e se fosse poi diversa dalla nostra per odore e solidità. E sempre era diversa, e allora l’annuire era comune. Era sempre la nostra terra, quale ne fosse il colore, l’odore o la sostanza. Ci sosteneva e ci conduceva oltre, o altrove.
3) la fs è acqua, che anche lei beveva prima ancora di nascere e che noi speriamo di ricevere ancora un’ultima volta prima di andarcene, perché la nostra sete – proprio allora – è di quelle che non si spengono mai, che nate ieri vogliono sempre arrivare a un domani, e poi a un altro domani ancora, lungo una strada senza fine che continua ad attirarci e illuderci fino all’ultimo.
4) la fs è fuoco, quello in lei arse fino all’ultimo giorno, che arde e avvampa e consuma il cuore e divora le pagine, e troppo spesso distrugge le case. Quando è possente ci lacera dentro, brano a brano, e sembra imporre il silenzio solo quando si spegne, piano piano, fra il tremolio trepido e nascosto delle braci. Ma noi sappiamo che il fuoco non si spenge mai. Come l’amore.
5) la fs è dunque una forma di vita, che si sceglie nel corso degli anni, nel bene o nel male, volta alla parola o al silenzio, al tripudio o allo sconforto, alla coesistenza o allo scontro. Che termina nel silenzioso volgere di una pagina. Che altro è la nostra esistenza? Aria, terra, acqua e fuoco, più un crociato o un ragioniere per valutarne le dosi a piacere, misceliamo il tutto e avremo una strada che si allunga fino all’orizzonte. Dove ci aspetta il futuro. Che infine ci ricongiungerà.
Gianni Montanari