Da qualche tempo ha ripreso a insegnare matematica dopo una parentesi di oltre un decennio alla guida delle Edizioni Della Vigna. Luigi Petruzzelli è vicepresidente della World SF Italia, dal carattere curioso divide i suoi interessi tra le scienze, in particolare l’astronomia e l’informatica, suona il pianoforte, scrive, dipinge e apprezza il buon cibo. Vive con sua moglie Marina Perrotta (anche lei molto attiva nella fantascienza) e i due figli ad Arese in provincia di Milano. Nel 2020 con l’antologia “Costituzioni future” (Edizioni Della Vigna, 2018), da lui curata, ha vinto il Premio della critica Ernesto Vegetti.
Sei tornato alla tua vecchia professione di docente di matematica, dove insegni? E come sta andando questa esperienza?
Certo è nuova e vecchia, infatti avevo già insegnato matematica, fisica e informatica tra il 1990 e il 1994. Poi ho ripreso nel 2019. Attualmente insegno all’Ettore Majorana di Cesano Maderno, provincia di Monza e Brianza, soprattutto al liceo scientifico scienze applicate. Come va? Beh, direi che va bene!
Come trovi gli studenti? Che curiosità hanno verso la scienza, la tecnologia e la tecnica? E nei riguardi della fantascienza?
Difficile dire degli studenti quando si parla di un centinaio di persone, solo quest’anno. Esistono varie sfaccettature. Come accennavo, quattro delle mie cinque classi di quest’anno sono di un liceo scientifico scienze applicate: ovvio che siano interessati a scienza e tecnologia, c’è anche qualcuno che condivide con me l’hobby dell’astronomia. Ma non tutti: c’è una parte che si è accorta troppo tardi di aver sbagliato scuola, in quanto si è resa conto di essere più interessata alle materie umanistiche. Ordinaria amministrazione. Il che ci porta alla fantascienza: il problema non è che la maggioranza dei ragazzi, e non sto parlando solo di questa scuola, non legge fantascienza. È proprio che non legge! Ma anche questo, purtroppo, è da anni ordinaria amministrazione. Insomma, quando trovi due o tre persone in una classe che leggono fantascienza sei già molto contento, e fortunato. Inutile dire che provo a stimolarli in tal senso…
Con Marina realizzate una bella trasmissione radiofonica di sf dal titolo Pillole dal Futuro. Quali saranno i prossimi appuntamenti o temi?
Ormai la realizza Marina, io al momento ho troppo poco tempo per occuparmene, quindi cedo la parola a lei.
MARINA: “Pillole dal Futuro e’ stata inizialmente trasmessa da una radio web milanese per poi passare sui social tramite le pagine Facebook e YouTube di Universal Talk, oltre ai canali della World SF Italia. L’appuntamento è settimanale e trattiamo la scienza e la fantascienza con interviste a scrittori, illustratori e appassionati in genere”.
Sempre insieme a Marina, in uno di questi appuntamenti avete avuto un colloquio con l’illustre romanziere, giornalista e fumettista pavese Mino Milani, scomparso nello scorso febbraio. L’intervista fu in occasione della consegna del Premio Vegetti 2019 che Milani aveva vinto nella categoria Antologia di fantascienza con il volume “Di stelle e di misteri” (Edizioni Della Vigna 2018). Che impressione ed emozione vi fece incontrarlo?
Beh, conoscevo Mino da un po’ di tempo. Un grande persona di vasta cultura e di massima disponibilità. Se mi passi l’espressione, uno che non se la tirava. Nella mia esperienza, più sono grandi meno si danno arie. La consegna del Premio Vegetti è stata un’occasione per rivederlo, insieme alla preziosissima Marina, poi in tempi di Covid purtroppo non ci è più stato possibile incontrarlo di persona. Ancora una volta, lascio che la voce di Marina si aggiunga alla mia.
MARINA: “L’incontro con Mino è stato uno di quelli che non si scordano. Ci ha accolto nella sua bella casa di Pavia, dove abitava insieme alla sua gatta e dopo una bella chiacchierata si è offerto di cucinare il risotto alla Mino di cui andava giustamente fiero. Una rara persona di cui sentiremo molto la mancanza”.
Sei vicepresidente della World SF Italia, come sta andando questa esperienza?
Eh, si prova a diffondere la sf, come del resto dovrebbero fare tutti i soci della World, compatibilmente con il tempo e le risorse disponibili; un compito non facile, ma stimolante.
Con l’editoria è tutto finito?
Professionalmente sì. Non sarò mai più un imprenditore, men che meno qui in Italia: se è stata un’esperienza per certi versi molto piacevole, per altri mi ha lasciato con l’amaro in bocca. In realtà sto ancora editando qualche volume per la casa editrice di Marco Solfanelli…per meglio dire, è dal 2019 che dovrei editarli ma vincere un paio di concorsi la scorsa estate ha significato dovermi un po’ impegnare nello studio mentre mi dedicavo al nuovo/vecchio lavoro di insegnante, sicché il tempo a disposizione ne ha risentito. Conto di recuperare un po’ l’estate prossima. Però appunto ormai è un hobby da svolgere nel tempo libero, per me non è più un lavoro e non credo che tornerà a esserlo.
Poi idee per il futuro ce ne sono tante, ma chissà quali saranno realizzabili e quando. Del resto, nella vita non si può mai dire…
Lo puoi dire forte. Da un professore di matematica, ex editore che ama l’astronomia, suona il pianoforte e che scrive e dipinge c’è proprio da aspettarsi di tutto!
Filippo Radogna