Ha affascinato l’uditorio con i suoi racconti sulle imprese spaziali cui ha preso parte l’astronauta e astrofisico Umberto Guidoni, intervenuto sabato 12 a Potenza, al Mondadori Bookstore, per presentare il suo romanzo “Wormhole” (Mursia) realizzato a quattro mani con lo scrittore pugliese, presidente della WorldSF Italia, Donato Altomare. L’incontro stato abilmente condotto dalla docente e poetessa potentina Loredana Pietrafesa. Guidoni ha effettuato due missioni nello spazio nel1996 a bordo dello Shuttle e nel 2001 in qualità di primo astronauta europeo a raggiungere la Stazione spaziale internazionale. Lo scienziato romano, che recentemente ha ricevuto il Premio America per la promozione dell’amicizia Italia-Stati Uniti, rispondendo ad alcune domande sull’imminente missione per la Luna che gli Usa stanno organizzando ha anche ricordato il ruolo dell’ingegnere Nasa, Rocco Anthony Petrone, figlio di emigranti lucani, che ebbe un ruolo basilare per la conquista del satellite naturale della Terra nel 1969.
Umberto Guidoni che senso ha per l’uomo tornare sulla Luna dopo oltre cinquant’anni?
Ci sono interessi non solo scientifici ma anche economici. La capsula in partenza nelle prossime settimane sarà senza equipaggio. Poi, tra due anni, ci sarà anche quella con l’equipaggio. Oggi c’è l’interesse di tornarci per utilizzare le risorse della Luna ma anche usarla come banco di prova per le tecnologie che porteranno l’uomo su Marte.
Con Donato Altomare hai scritto “Wormhole”, romanzo che prende spunto da un evento reale…
Lo spunto è partito dal passaggio nel 2017 di un oggetto nel nostro sistema solare. Non sappiamo bene cosa fosse, un asteroide o una cometa, sicuramente giungeva da fuori e colpiva il fatto che avesse una traiettoria altrettanto strana, tanto che un astrofisico ha ipotizzato che potesse essere un oggetto artificiale. Da qui è partita l’idea di scrivere un romanzo di fantascienza e con Donato Altomare, che è un maestro di narrativa fantastica, in due anni abbiamo costruito la storia.
Ti occupi di divulgazione scientifica, pubblichi libri e partecipi a dibattiti nelle scuole. Gli studenti provano grande interesse?
Vado spesso nelle scuole, tra l’altro nel 2019 quando andai a Matera in occasione dell’anno della Capitale europea della cultura, mi recai in una scuola di un comune della provincia. Realizzo testi divulgativi per parlare ai nostri studenti dell’esplorazione del cosmo. Saranno i protagonisti della nuova era spaziale e mi piace pensare di concorrere a far crescere in loro la passione per il futuro.
Filippo Radogna