Gianfranco “Lucky” Lucchi ricorda che aveva dodici anni, quando nell’estate del ‘54 a Ortisei, comune della Val Gardena nella provincia autonoma di Bolzano, comprò al mercatino, da una bancarella fornita di tanti libri e giochi, il suo primo fascicolo di Urania Mondadori dal titolo Le sentinelle del cielo. In verità, come egli ha confessato in una bella testimonianza pubblicata recentemente sul n. 3/2023 di World Science Fiction Italia Magazine, nell’ambito della rubrica L’angolo di UraniaMania, la storia non gli piacque proprio tantissimo ma, si sa, non sempre gli amori nascono da colpi di fulmine. Poi, eravamo sempre in quegli anni, Gianfranco subì il fascino prepotente del cinema di fantascienza a colori e di giochi come il Meccano, grazie al quale tanti giovanissimi attraverso la costruzione di modellini meccanici hanno alimentato l’immaginazione e la creatività. E così il Nostro dapprima a Cremona da liceale che amava la scienza e la tecnica, e poi da studente di ingegneria elettronica all’Università di Pavia e dopo al Politecnico di Milano entrò a tutti gli effetti tra coloro che non avrebbero più lasciato questo mondo visionario. Aggiungiamo che la sua Collezione Urania, assolutamente completa, è divenuta una delle principali passioni della sua vita insieme al lavoro di ingegnere elettronico e ovviamente alla sua famiglia. Oggi Gianfranco, classe 1942, è un ingegnere in pensione, vive a Segrate/Milano e continua a collezionare con sempre grande interesse libri oltre che film di science fiction. Fa parte del gruppo UraniaMania del quale è uno degli amministratori.
Hai partecipato, nel 2002, alla costituzione del gruppo UraniaMania, ci vuoi illustrare quale genere di attività svolgete?
UraniaMania è un sito amatoriale nato da un gruppo di amici collezionisti di Urania sviluppatosi in oltre venti anni in un luogo di incontro dove trovare un archivio delle proprie collezioni personali per i generi trattati (e quindi non solo Urania). E’ gratuito e fruibile da tutti gli iscritti. Si è trasformato nel corso degli anni in quello che può essere considerato un ricchissimo DataBase di schede per libri e fumetti, costantemente aggiornato (più di 5.400 collane, 160.000 schede libro/fumetto, 45.000 artisti) per vari generi letterari quali: fantascienza, fantasy, horror, gialli, spy story, western e ufomisteri.
Esiste anche un forum dove dibattere?
Al database è associato un importante forum di discussione con notizie, recensioni, reportages, interviste, commenti e scambi di opinioni sulla narrativa di genere, che ci ha consentito di diventare uno strumento di ricerca per libri, autori, editori, generi e categorie trasversali aperto a tutti.
Avete creato anche un particolare logo distintivo di UraniaMania…
E’ opera dell’impareggiabile Franco Brambilla, nostro socio. Richiama due immagini fondamentali: quella storica del razzo decollato da un pianeta, vecchio logo rappresentato sul frontespizio delle prime centinaia di Urania, e quella del cerchio rosso che ne ha caratterizzato le copertine di migliaia di numeri. Entrambi i loghi sono stati poi riuniti su un cordone porta-badge realizzato in occasione del 70°, distribuito gratuitamente a tutti gli iscritti.
Cos’altro organizzate?
A parte qualche scherzoso quiz interno, non abbiamo promosso giochi o tornei, ma ci siamo sforzati di partecipare a tutte le manifestazioni nazionali, soprattutto nel campo della fantascienza (Italcon, StraniMondi) compresi i recenti convegni, alla rassegna di Mestre (Invasion al Centro Culturale Candiani) e di Milano (Il senso dei libri del futuro e Tra due mondi e tra due tempi alla Biblioteca di via Senato). In particolare a Milano abbiamo contribuito all’esposizione con alcuni capolavori classici di 150 anni fa, recuperati da polverose bancarelle e amorevolmente restaurati da esperti del nostro gruppo.
Ci sono altre collaborazioni in corso?
Abbiamo qualche collaborazione in corso: con Urania c’è un’importante attività che potremmo definire beta reading, termine mutuato dal mondo dell’informatica e dei videogames, consistente in una pre-lettura dei romanzi candidati al Premio Urania e con la WorldSF Italia c’è la rubrica L’angolo di UraniaMania.
Hai la collezione completa di Urania. Qual era l’emozione che provavi da ragazzino quando l’acquistavi? E cosa ti ha spinto negli anni a continuare?
Quando è nata Urania, nel 1952, il mio interesse fantascientifico era rivolto soprattutto al cinema; letterariamente parlando, il mio primo romanzo è stato L’isola misteriosa di Verne, che avevo conosciuto ascoltandolo dalla viva voce di un signore che tutti i pomeriggi ne proponeva un pezzo ai ragazzini dei giardini pubblici di Cremona, dove vivevo. Urania è arrivata qualche anno dopo, come ho già raccontato nel mio contributo alla rivista della WorldSF Italia, ma ci è comunque voluto un po’ di tempo perché mi ci appassionassi veramente e tutta una vita per averla completa.
In prima liceo scrivesti anche un racconto di sf hai scritto altro negli anni?
No, ho scoperto che non era la mia strada.
Ritieni che la scienza abbia bisogno di fantasia: posso chiederti come definiresti Urania?
Devo chiarire meglio il concetto che avevo espresso nel mio articolo. Facendo riferimento al mio mestiere di ingegnere progettista, quando mi trovavo di fronte ad un problema da risolvere lo affrontavo facendo sì ricorso alle conoscenze in mio possesso (la scienza), ma sempre cercando se non vi fossero altre strade nuove (la ricerca) più efficaci, come dire invece della solita soluzione banale qualcosa di nuovo e magari più brillante e con promettente applicabilità futura. Non avevo mai riflettuto su questo concetto applicato a Urania, ma certamente lo si può fare e suggerire ai nostri autori.
Tra i tantissimi romanzi che hai letto quali autori hai amato di più, quali titoli e quali generi di avventure preferisci?
Sarò banale, come spesso può esserlo la verità. In stretto ordine alfabetico:
Isaac Asimov con tutti i cicli, in particolare Fondazione; Ray Bradbury con Fahrenheit 451; Arthur C. Clarke con 2001 Odissea nello spazio. E tutte le avventure, purché con un minimo di fondamento scientifico.
Com’ è cambiata a tuo parere Urania nei decenni? Puoi fare dei raffronti tra le varie gestioni dei curatori da Monicelli, a Fruttero e Lucentini, da Montanari, Lippi, sino a Franco Forte?
No, ho conosciuto, anche di persona, diversi curatori, ma penso in linea generale di poter dire che se la siano cavata, o se la stiano cavando, tutti piuttosto bene. Abbiamo tutti davanti agli occhi la solidità di una collana ultra-settuagenaria. Non farei altri commenti.
E tra i traduttori e gli illustratori chi ricordi maggiormente?
Tra i traduttori Riccardo Valla, impareggiabile; di lui il ricordo di un mitico viaggio di ritorno da una “trifidata”. Tra gli illustratori Giuseppe Festino e, più che ovviamente Franco Brambilla: del primo ho un ritratto personale, del secondo svariati poster autografati.
Come vedi il futuro di Urania a oltre settant’anni dalla sua prima uscita? Hai delle proposte eventuali che ti piacerebbe sottoporre al curatore Franco Forte?
Sono tendenzialmente un ottimista, ma so anche essere obiettivo nelle mie dichiarazioni: vedo un bel futuro, e lo vedo bello soprattutto sugli autori nostrani, come riconosciuto anche fuori dai confini. Con Franco Forte ho un dialogo frequente e oggi questo mi basta. Grazie!
Una conclusione positiva, come piace a noi. E un bel futuro, in tutti i sensi, è quello che noi auguriamo anche per te!
Filippo Radogna